E se il Burn Out fosse solo un nuovo inizio?

Se vivi aspettando il weekend, forse il burn out non è la cosa peggiore che ti possa capitare.

E se il BURN OUT fosse solo un nuovo inizio?

Se vivi aspettando il weekend forse il burn out non è la cosa peggiore che ti possa capitare

Con il termine “burn out” si indica l’esaurimento fisico, emotivo e mentale causato da un’eccessiva esposizione allo stress lavorativo che annovera tra i sintomi più conosciuti apatia, stati d’ansia e calo di energie, mentre le cause, seppur complesse e svariate, vengono spesso liquidate con un generico “stress da lavoro”.

Ma se è vero che “il lavoro nobilita l’uomo” e che “se fai il lavoro che ami non lavorerai un giorno della tua vita” allora com’è che il troppo lavoro porta al burn out sempre più persone, al punto da essere conosciuta come “la patologia della contemporaneità”?

Dadi in legno con scritta work hard

Per trovare una risposta a questa domanda sono andata a leggere la definizione che la Treccani dà del burn out in un articolo di approfondimento, in cui avverte: 

Se la fase di logoramento psicologico non è gestita o non risulta controllata, si osserva una progressione del danno psichico e fisico che può evolvere fino al suicidio.

E aggiunge che: 

Il burn out è un fatto che non dovrebbe interessare solo i lavoratori, ma anche i datori di lavoro, poiché a tale sindrome si accompagna tipicamente un calo della produttività.

Ma come? Di burn out letteralmente si muore, eppure ciò che dovrebbe interessarci è un ipotetico calo della produttività?

Siamo sommersə da manuali sul time management, su come trasformare la propria passione in un lavoro e sulla retorica del “più lavori più ottieni” come se fossimo tuttə puntini su un grafico che illustra la proporzionalità diretta tra lavoro e benefici. 

Il burn out non è il glitch nel sistema, è l’elefante nella stanza.

I sentimenti di rifiuto, malessere e estraneità rispetto ad un mondo del lavoro che ci vuole sempre più efficienti, produttivə e performanti non sono sintomi da curare, ma avvertimenti da accogliere, quando non proprio fari da cui lasciarci guidare.

Se vivi aspettando il weekend come unico momento della settimana in cui puoi essere te stessə, se quando finisci prima una task ti porti avanti “così poi sei liberə” e quel poi non arriva mai, se la domenica sera hai l’ansia del lunedì mattina, forse il burn out non è la cosa peggiore che ti possa capitare, ma solo un punto di svolta di cui hai bisogno per riprendere in mano la tua vita.

donna con zaino che guard l'orizzonte

Per questo credo sia necessario offrire una visione alternativa di questo fenomeno, dove “bruciare completamente” non significa esaurirsi, ma rinascere dalle proprie ceneri, come una fenice, dopo aver capito che il sistema semplicemente non funziona, non per tuttə almeno, e va bene così.

Non esistono solo modi “produttivi”, “furbi” e “vincenti” per vivere e lavorare, esiste anche un modo gentile, accogliente e non per questo meno rivoluzionario. 

Articolo pubblicato il 09/06/2023

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